Musica

Se avessi una sola opportunità, te la lasceresti sfuggire?

Se avessi una sola opportunità, te la lasceresti sfuggire?

"May I have your attention please? May I have your attention please? Will the real Slim Shady please stand up?"

Di solito i bianchi che tentano di fare rap (se escludiamo i Beastie Boys, che sono evidentemente dei geni) sembrano sempre una specie di copia riuscita male, un goffo tentativo di emulazione, quasi come lo sarebbe un coro gospel formato dalle signore della Pro Loco di Itri (non se ne abbiano a male, ho scelto un comune a caso). Pensiamo all'inquietante Vanilla Ice, che, nonostante il successo di "Ice ice baby", tutto si può definire tranne che un bravo rapper.

Marshall Bruce Mathers III, detto Slim Shady, in arte Eminem, sorprese tutti, soprattutto gli addetti ai lavori, quando nel 1999 pubblicò il primo album con la Interscope (per gentile intercessione di Dr. Dree), "The Slim Shady Lp",e l'anno successivo "The Marshall Mathers Lp", vincitore del Grammy Award come Miglio Album Rap e considerato uno dei migliori album hip hop di sempre. Non male per un latticino.

In effetti quel video, in alta rotazione su Mtv, che vedeva un ragazzetto di Detroit interpretare il ruolo del pazzo e prendere pesantemente in giro gran parte dello showbiz americano (Pamela Anderson, Britney Spears), portando alta la bandiera del politicamente scorretto, è rimasto impresso nelle nostre menti, così come il suo indiscutibile talento nelle rime e il ritornello/scioglilingua martellante ("I'm Slim Shady, yes I'm the real Shady All you other Slim Shadys are just imitating So won't the real Slim Shady please stand up? Please stand up, please stand up"). Tanti ci provano, ma nessuno potrà essere come il vero Slim Shady.

Nello stesso album troviamo "Stan", con il featuring di Dido (che canta il ritornello del suo pezzo "Thank you"), un brano tosto, aiutato da un bel video, che racconta la storia di un fan patologico, che si identifica totalmente nel suo idolo, finendo per esserne sopraffatto e morire con la sua compagna incinta. Perché l'universo di Eminem è sostanzialmente nero, intriso del male del mondo, anche se ogni tanto si abbandona allo sfogo dell'ironia e della derisione. In fondo non ci si può aspettare qualcosa di diverso da chi ha avuto un'infanzia segnata dalla tossicodipendenza della propria madre (con la quale ha avuto per gran parte della vita controversie legali), la totale assenza della figura paterna, una tormentata storia d'amore, ben due divorzi e la paura perenne di non essere un buon padre per la figlia.

Nel 2002 esce "The Eminem Show", altro grande successo, con i singoli "Without me" (nel video lui e Dr. Dree sono due supereroi che tentano di salvare il mondo e l'industria musicale), nel quale non manca l'atteggiamento ironico verso il mondo dello spettacolo, e "Cleanin' out my closet", una sorta di confessione in musica, da cui emerge con prepotenza tutta la rabbia e soprattutto il rimpianto per le cose perdute o mai avute. Il 2002 è anche l'anno del debutto di Eminem come attore nella pellicola "8 Mile": nella colonna sonora troviamo "Lose Yourself", che vinse l'Oscar come Miglior Canzone, e fu il primo brano rap/hip hop ad ottenere questo riconoscimento.

Eminem sarà anche un fenomeno mediatico, ma ci sa fare, e sa coniugare perfettamente la componente ritmica e quella melodica, cosa non semplice quando si ha a che fare con il rap e l'hip hop.

Ed eccoci al 2004, l'anno di "Encore", con i suoi quattro dischi di platino e l'esibizione di "Like Toy Soldiers" agli Mtv Video Music Awards a Roma (e io c'ero); l'altro singolo di successo fu "Just lose it",  il cui video deride pesantemente Michael Jackson, che all'epoca si offese non poco. Il pezzo si apre con il famoso adagio "Guess who's back? Back again Shady's back Tell a friend": eccomi, sono tornato, alla faccia di chi mi vuole male. L'album contiene anche "Mockingbird", drammatica e nostalgica, costruita come una sorta di lettera di scuse e una dichiarazione di affetto verso la figlia.

Seguirono altri due album, "Relapse" e "Recovery", che però non raggiunsero le vette di successo dei precedenti. "Relapse" è considerato uno dei lavori più duri del rapper, anche perché esce dopo cinque anni di lontananza dalle scene, dipendenze varie, il secondo divorzio dalla moglie Kim e la morte del migliore amico Proof, dei D-12.

Con "Recovery" sembra che il nostro Marshall si sia dato una calmata, o magari sia solo un po' invecchiato: tutto è più patinato rispetto agli inizi, e poi basta infilare ovunque duetti con Rihanna, vi prego! Il singolo "Not afraid" non mi dispiace, ma mi sembra che il Slim Shady che ricordavo ci abbia ormai salutato da tempo.

"Look, if you had one shot, one opportunity To seize everything you ever wanted-One moment Would you capture it or just let it slip?" "Lose Yourself"

Lascia un commento

L'indirizzo non verrà pubblicato.
Codice di invio
Visita il mio sito personale - www.serenabasciani.it Seguimi su Facebook Seguimi su Twitter Iscriviti alla Newsletter