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La Mascotte di Italia '90

La Mascotte di Italia '90

Il Giorno di Italia - Argentina al San Paolo di Napoli è storia di questo paese, non solo storia del calcio.
Destini che si incrociarono, eroi che si sgretolarono, cuori che si infiammarono.
La Mascotte di Italia '90 ricorda a tutti, credo, quella notte folle, come solo a Napoli poteva essere.

Era il 03 Luglio 1990, i mondiali si giocavano in casa nostra. La finale prevista, tra le polemiche, allo stadio Olimpico di Roma.
La Semifinale vedeva il Dio Re di Napoli opposta alla Nazionale Italiana. Maradona contro l'Italia, Napoli senza schierarsi! Uno striscione in Curva A ha accolto tutti così: "Benvenuti in Maradionia"

Doveva essere L'Italia di Vialli e Carnevale. Finì per essere quella di Totò Schillaci e Aldo Serena. Non era ancora l'azzurro di Baggio, quello che sarà nel 1994 negli Stati Uniti.

Era l'Italia che Totò Schillaci diceva: "spero di non svegliarmi e scoprire che è stato solo un sogno".
Era L'Italia del principe di Roma Giuseppe Giannini, del bello nerazzurro Nicola Berti, dell'uomo ragno Walter Zenga, dei rossoneri Donadoni e Ancelotti. Tutti, o quasi, questi nomi non lasceranno più la storia del calcio italiano.

Quella notte Napoli batteva per Maradona e non lo poteva negare. E quella storia non poteva finire a favore dell'Italia, era tutto pronto per festeggiare il profeta azzurro Napoli.

L'Italia veniva da Roma dove ai quarti di finale aveva espugnato L'Irlanda con il gol di Totò Schillaci, appunto. L'uomo di Italia '90. L'uomo che risuona nella testa di tutti, le canzoncine coniate per le sue gesta erano la colonna sonora di quell'estate magica.
Gianna Nannini e Edoardo Bennato ci hanno fatto piangere di gioia con la canzone inno di quei campionati del mondo: "Notti Magiche", anche questa in quel ricordo indelebile.

3 Luglio 1990, ore 20.00 si inizia al San Paolo. L'Italia gioca praticamente fuori casa.
Al '17 passa ancora lui, Totò Schillaci, i tifosi azzurri vedono già la coppa della finale.
Ma c'è un angelo biondo, un angelo giallorosso, il Caniggia della Roma, a frenare l'entusiasmo italiano.
Uscita a vuoto dell'uomo ragno e gol.
1 a 1 palla al centro, al minuto '68.

E poi sono calci di rigore.
Si pensa che in porta c'è Zenga e che non passano.
Passano invece, tutti e quattro i marcatori Argentini. Tutte e quattro le volte portiere da una parte, pallone dall'altra. Maradona tira per ultimo, dopo il penalty fallito da Roberto Donadoni.
Prima di Donadoni per l'Italia avevano segnato Baresi, Roberto Baggio e De Agositni.
Poi Donadoni, parata del portiere.
Maradona, gol e boato del suo stadio! 

Va sul dischetto Aldo Serena, per sperare.
Aldo Serena l'intellettuale, così lo chiamava la stampa. Si diceva che girasse sempre con un libro sottobraccio. Dopo il suo gol contro L'Uruguay negli ottavi di finale non si scompose più di tanto, alla stampa disse che sapeva che il suo momento poteva arrivare, ma che non si aspettava nulla.
Questo fu anche il suo mondiale invece, il suo e di Schillaci, dicevo.

Unico marcatore oltre al Totò nazionale dopo la fase a gironi. Oltre a Schillaci e Serena siglarono le marcature solo Baggio e Giannini.

Poi Aldo Serena.
L'Italia era sua in quel momento. Posiziona il pallone. Prende la rincorsa.
Nessuno può dimenticare gli occhi indiavolati di GOYCOECHEA, il portiere della nazionale Argentina.

La voce, inconfondibile di Bruno Pizzul a raccontare, senza fiato, questo ultimo istante.
Erano altri mondiali, erano altre emozioni.

Azeglio Vicini in panchina.

Goycoechea para ancora. Molla il pallone a terra e corre verso il centro del campo. L'Italia ammutolisce insieme a Bruno Pizzul.

Aldo Serena rimane in piedi, non si china a terra come aveva fatto Donadoni.
Il primo ad andargli incontro fu Roberto Baggio.

La Mascotte di Italia '90 è quella notte, per tutti noi che l'abbiamo vissuta!

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