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Patente di guida a punti

Patente di guida a punti

Dopo aver parlato della comunicazione, dell'istruzione, e dell'economia, per sommi capi ed attraverso degli oggetti simbolo, voglio usare lo stesso metodo per soffermarmi qualche giorno sulla logistica ed i mezzi di locomozione del nostro tempo e nel nostro tempo.

Nel 2003 il nostro governo ha introdotto una legge che prevede l'introduzione dei punti sulla patente di guida. Quindi ognuno di noi inizia la sua avventura nel mondo del codice della strada con venti punti e poi va a scalare per ogni tipo di infrazione. Leggendo, anche con superficialità, i punti fondamentali che regolano questa legge si evince che questa nuova regolamentazione si affianca alle vecchie sanzioni e non le sostituisce.

Inoltre si evince che qualora fossero sottratti dei punti alla nostra patente di guida, questi sarebbero recuperabili attraverso appositi corsi da seguire presso un'autoscuola.

Insomma le nostre tasche ne risentono due volte piuttosto che una.

In compenso un anno dopo l'introduzione del "jackpot" della patente di guida il ministero dell'interno rese noti dei dati confortanti riguardo le statistiche su incidenti, incidenti mortali ed incidenti con feriti.

Rispetto all'era pre-patenteapunti si rilevava un calo dai 9 ai 19 punti percentuali sui sinistri calcolati a seconda della gravità e del coinvolgimento di persone.

In seguito al primo anno poi sono però aumentati i ricorsi ed il conseguente riassegnamento dei punti. Il cittadino insomma, dopo aver preso le misure alla nuova norma, trova il modo di aggirarla e le statistiche tornano sulla media standard.

La criminalità organizzata prende in mano anche questo buisness, i controlli diminuiscono e l'odissea sulle nostre strade riprende.

Non riprendono le opere di manutenzione dei nostri manti stradali, dello stato di illuminazione delle nostre strade più pericolose e delle potature ai margini delle strade statali.

Quindi la sequela di feriti gravi a causa di collasso di grandi rami, allagamenti delle nostre strade e tamponamenti di ciclisti in corsie di emergenza affollano le cronache locale di free press nazionali e locali.

Rimangono le doppie sanzioni però: quelle pecuniarie, salatissime, e quelle che riguardano il livellamento dei nostri punti sulla patente.

Quindi l'innescamento del diabolico meccanismo del recupero dei punti porta a due uniche soluzioni: corsi all'autoscuola o corruzione.

Questo è un quadro, certamente superficiale, delle dinamiche attraverso le quali ci muoviamo per sopravvivere al nostro codice della strada. Per sopravvivere economicamente e fisicamente.

E' chiaro e cristallino il fatto che già solo questo della patente a punti e delle sanzioni sia un buisness e per lo stato e per la criminalità organizzata, ammesso che siano due cose nettamente distinte.

In ogni caso appare chiaro anche quanto tra le infrazioni più facili nelle quali incorrere, e soprattutto tra le più pericolose per i punti della nostra patente, ci siano quelle legate ai limiti di velocità.

In Italia ( trascrivo letteralmente dalla voce "limiti di velocità – Italia" di wikipedia ) Le Autostrade hanno un limite di 130 km/h, salvo diversa segnalazione, diminuito a 110 in caso di precipitazione atmosferica e diminuito a 50 km/h in caso di nebbia. Il limite può essere innalzato, tramite apposito segnale, a 150 km/h, a discrezione della società concessionaria, solo se:

la strada possieda almeno tre corsie per senso di marcia

il limite sia compatibile con le caratteristiche della strada

le condizioni atmosferiche lo consentano

i dati di incidenti negli ultimi cinque anni, in quella strada, siano positivi

Sulle strade extraurbane principali il limite di velocità è pari a 110 km/h, diminuiti a 90 in caso di precipitazioni; sulle strade extraurbane secondarie il limite è di 90 km/h; nei centri urbani è di 50 km/h; sulle strade urbane di scorrimento di 70 km/h (previa apposizione di specifici segnali)

Vi sono anche delle limitazioni a seconda della data di conseguimento della patente e della categoria di veicolo guidato. I neopatentati (cioè coloro che hanno superato l'esame di guida da meno di tre anni) che guidano un autoveicolo con patente B non possono superare i 100 km/h sulle autostrade e i 90 km/h sulle strade extraurbane qualunque siano le condizioni atmosferiche

Detto ciò nella nostra quotidianità ci troviamo a percorrere strade extraurbane urbane, con tre corsie per ogni senso di marcia, che hanno limite di 80 Km/h ed in alcuni tratti precipitano anche ai 40; in questi tratti di tanto in tanto vengono imboscati autovelox assassini che ci fulminano se non riusciamo nell'inchiodata salva punti ( e non salva tamponamento del malcapitato che per mancato rispetto della distanza di sicurezza si trova in un secondo a -8 punti sulla patente). Ed ecco che il meccanismo infernale viene innescato.

Ma la domanda più naturale che dovrebbe venire in mente ad ognuno di noi è: se proprio non vogliamo rendere più sicure le nostre strade, fare una buona educazione stradale nelle scuole per preparare i ragazzi al rispetto delle norme; se proprio non vogliamo spendere fondi nella manutenzione e se proprio non possiamo rinunciare ad autovelox e tutor nascosti, allora non potremmo evitare di mettere in commercio macchine milionarie per milionari che arrivano a percorrere fino a oltre 250 Km/h quando il nostro codice stradale, letteralmente citato poche righe sopra, non prevede velocità superiori ai 150 Km/H?

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